Berlinale 2021

“Il mondo dopo di noi” e altre storie

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Aurélien Gabrielli © Les idiots 21 Juin Cinéma
Aurélien Gabrielli © Les idiots 21 Juin Cinéma
Louda Ben Salah-Cazanas © Louda Ben Salah-Cazanas

Louda Ben Salah-Cazanas © Louda Ben Salah-Cazanas

Le monde après nous”, primo lungometraggio del giovane (classe 1988) regista francese Louda Ben Salah-Cazanas ha fatto il suo debutto nella sezione “Panorama” della Berlinale di quest’anno. E tutto sommato non è una brutta sorpresa.

Ambientato fra Lione (città natia del regista) e Parigi, il film racconta la storia di Labidi (Aurélien Gabrielli), giovane scrittore squattrinato francese di origine familiare tunisina, che tornato da Parigi a trovare i genitori, gestori di un Café lionese, si innamora all’istante di Elisa (Louise Chevillotte), una studentessa. Tornato a Parigi, dove vive in una stanza piccolissima, ospitato dal suo amico Alekseï (Léon Cunha Da Costa), Labidi, che sopravvive facendo piccoli lavoretti malpagati, decide di fare il passo più lungo della gamba e affitta un appartamento troppo costoso per le sue vuote tasche. Il “nido d’amore”, tanto voluto per poter ospitare Elisa, si rivela però un ulteriore problema economico al quale fare fronte, e gli espedienti cui ricorrerà per arrivare a pagare l’affitto lo allontaneranno sempre più dal suo agognato mestiere di scrittore e dalla sua innamorata. Il finale, però, non lo sveliamo per non rovinare la sorpresa a tutti i cinefili.

Louise Chevillotte e Léon Cunha Da Costa © Les idiots 21 Juin Cinéma

Louise Chevillotte e Léon Cunha Da Costa © Les idiots 21 Juin Cinéma

Nel complesso, la tematica delle difficoltà economiche e di realizzazione professionale delle giovani generazioni non particolarmente agiate è ben messa in evidenza. Quel che forse manca un po’ è il coraggio di approfondire ulteriormente la società francese contemporanea nel suo complesso, piena di contraddizioni e di scontri sociali e razziali. Ci sarà sicuramente tempo per farlo al prossimo lungometraggio.

Il film, scritto dallo stesso regista, è prodotto da Olivier Capelli per conto di “Les Idiots” ed è coprodotto da Laurent Rochette per “21 juin Cinéma”. Le vendite internazionali sono affidate a “Be For Films”.

Una menzione “speciale”

Una menzione speciale la voglio invece dedicare a due film, uno in concorso, l’altro nella sezione “Encounters”.

Katia Pascariu © Silviu Ghetie Micro Film 2021

Katia Pascariu © Silviu Ghetie Micro Film 2021

Il primo è “Babardeală cu bucluc sau porno balamuc” (Bad Luck Banging or Loony Porn) del regista rumeno Radu Jude. Quella che vorrebbe essere una denuncia irriverente del perbenismo superficiale ed ipocrita della cultura e della società rumene, francamente risulta essere una brutta, anzi bruttissima copia aggiornata con argomenti moderni legati al porno, di quella che con ben altra caratura veniva fatta da un autore quale Luis Buñuel della società dei suoi tempi, in capolavori cinematografici assoluti quali “Le Charme discret de la bourgeoisie” o “L’âge d’or”. Non convince il film in tutti e quattro i capitoli in cui è suddiviso:1) Strada a senso unico; 2) Breve dizionario di aneddoti, simboli e meraviglie; 3) Prassi e allusioni e 4) Tre possibili finali. In totale 106 minuti di una noia mortale che ben poco sono alleviati dalla recitazione della protagonista principale Katia Pascariu (Emi).

Dasha Nekrasova e Madeline Quinn © Stag Pictures

Dasha Nekrasova e Madeline Quinn © Stag Pictures

Altro “capolavoro” di cui avremmo volentieri fatto a meno è “The Scary of Sixty-First”, opera prima della regista-conduttrice di podcast ucraina, naturalizzata statunitense, Dasha Nekrasova. La storia del film si ispira alla scomparsa di Jeffrey Edward Epstein, l’imprenditore statunitense accusato di traffico internazionale di minorenni e arrestato per abusi sessuali, trovato morto in cella nel 2019 per “strangolamento”. Probabilmente un “suicidio”.

Il film parla delle neolaureate Noelle (Madeline Quinn) e Addie (Betsey Brown), che si trasferiscono in un lussuoso (ma curiosamente a buon prezzo) appartamento, nell’Upper East Side di Manhattan, che una volta apparteneva appunto ad Epstein. Alla coppia si aggiunge una terza donna denominata semplicemente “The girl” (la stessa Nekrasova) che rivela a Noelle che quello in cui vivono è l’appartamento del famoso personaggio morto in circostanze alquanto controverse. In breve si arriva ad una svolta sinistra e psicosessuale che coinvolge Addie, impossessata dallo spirito delle vittime sessuali dell’uomo americano. La fine ve la risparmio volentieri. Il film, girato in 16mm (e si vede) dura “solo” 81 minuti. È prodotto dalla Stag Pictures e venduto dalla United Talent Agency.

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Una scena di “Le Monde Après Nous”

© Youtube The Upcoming

 

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Nato a Roma, laureato in Filosofia all'Università "la Sapienza", è giornalista professionista. Ha collaborato con ilSole24Ore, con le agenzie stampa Orao News e Nova, e in Germania con il magazine online ilMitte.

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